VERENA LOWENSBERG




VERENA LOEWENSBERG
NON SI RAGIONA PIÙ ABBASTANZA, FUORI DALL’AREA TEDESCA, DEL CONCRETISMO ZURIGHESE, CHE IN REALTÀ È STATA UNA DELLE VICENDE DI MAGGIOR SIGNIFICATO NEL TRANSITO TRA ANNI ’30 E ’40.

LOEWENSBERG, CHE A ZURIGO NASCE, MUOVE DALLA PARIGI DI ABSTRACTION-CRÉATION E DAL RAPPORTO CON AUGUSTE HERBIN, OVVERO DALL’INTENDIMENTO BAUHAUSIANO PIÙ ORTODOSSO DEL KANDINSKIJ MATURO. POI VIENE IL SODALIZIO CON MAX BILL, E NEL DOPOGUERRA L’ADESIONE AL CONCRETISMO RIGOROSO DA QUESTI PREDICATO.
NON ARTE SENZA OGGETTI, MA ARTE DI FORME GEOMETRICHE EQUIVALENTI DI PENSIERO: QUESTO È L’ASSUNTO AUTENTICAMENTE ORIGINALE, CHE SOLO IL NEOPLASTICISMO E L’AVANGUARDIA SOVIETICA HANNO SPINTO, PRIMA D’ALLORA, ALLE CONSEGUENZE ESTREME.
LOEWENSBERG RIPARTE PROPRIO DA MONDRIAN GRAZIE AL TRAMITE FONDAMENTALE DI VANTONGERLOO, CHE MOLTA INFLUENZA ESERCITA SU TUTTO IL GRUPPO GRAVITANTE INTORNO A BILL, DA GRAESER A LOHSE A HANS CORAY. CONTEMPORANEAMENTE MOLTO RIFLETTE SULL’ESEMPIO DI ITTEN, LA CUI KUNST DER FARBE ESCE GIUSTO NEL 1961.

LOEWENSBERG, OHNE TITEL, 1945
LA SUA ATTIVITÀ SI SVOLGE DUNQUE INTORNO ALLA STRUTTURA ESATTA COME MOMENTO DI MEDIAZIONE DI UN COLORE CHE NON RINUNCIA AI PROPRI NUTRIMENTI SIMBOLICI, MA DECLINATO IN CHIAVE DI NITIDO RITMO E CONFIGURAZIONE ASCIUTTA DI RAPPORTI GEOMETRICI.
IL SUO È VERO RADICALISMO FORMALE, MA CHE MAI RINUNCIA ALLE IMPLICAZIONI UMANISTICHE TIPICHE DEL CONCRETISMO EUROPEO. ALTRE VIE PRENDERÀ PURTROPPO L’ARTE ESATTA EUROPEA, CHE FARÀ DELLA GEOMETRIA UN GUSTO, E DELLA VISUALITÀ ESSENZIALE UNO SPETTACOLO.




     UGO NESPOLO




UGO NESPOLO (MOSSO, 29 AGOSTO 1941) È UN PITTORE E SCULTORE ITALIANO.
OTTIENE IL DIPLOMA ALL’ACCADEMIA ALBERTINA DI BELLE ARTI ED IN SEGUITO SI LAUREA IN LETTERE MODERNE MOSTRANDO GRANDI INTERESSI PER LA SEMIOLOGIA.
ESORDISCE NEL PANORAMA ARTISTICO ITALIANO NEGLI ANNI SESSANTA CON CONTAMINAZIONI DELLA POP ART E CON UNA STRETTA MILITANZA CON CONCETTUALI E POVERISTI. LA SUA PRODUZIONE SI CARATTERIZZA PRESTO PER FORTE ACCENTO TRASGRESSIVO, IRONICO E QUELL’APPARENTE SENSO DEL DIVERTIMENTO, DOTI CHE SI PRESTERANNO ALLA “TELA CINEMATOGRAFICA” ESPLORANDO PRESTO, NEGLI ANNI SETTANTA, ANCHE QUESTO MEZZO DI ESPRESSIONE.
NEL 1973 È ALL’OSPEDALE PSICHIATRICO DI VOLTERRA; CON L’AIUTO DEI DEGENTI REALIZZA DUE OPERE: UNA PIRAMIDE CARICA DI DISEGNI, PUPAZZI ED OGGETTI PERSONALI DEI MALATI E UNA GIGANTESCA PILLOLA DI CARTAPESTA, SIMBOLEGGIANTE LE CURE FARMACOLOGICHE, CHE, IN UNA SORTA DI GESTO PURIFICATORIO CHE VUOLE DENUNCIARE L’ABUSO DELLA TERAPIA FARMACOLOGICA E SENSIBILIZZARE LA CITTADINANZA, SARÀ BRUCIATA IN UNA PIAZZA DELLA CITTÀ.
GLI ANNI OTTANTA CONCRETIZZANO LA MATURAZIONE PIÙ APPREZZATA DEL SUO PERIODO AMERICANO, I SUOI QUADRI RAPPRESENTANO OGGETTI E LUOGHI COMUNI DELLE CITTÀ STATUNITENSI. COLLABORA CON LA RAI PER LA QUALE REALIZZA VIDEOSIGLE, COLLABORA NELLA REALIZZAZIONI PUBBLICITARIE, FEDELE AL DETTATO DELLE AVANGUARDIE STORICHE DI “PORTARE L’ARTE NELLA VITA”, L’ARTISTA DEVE OCCUPARE SPAZI DELLA VITA COMUNE, USCIRE DAGLI SPAZI ASSEGNATI, CANONICI.

NEGLI ANNI NOVANTA AFFIANCA ALLE SUE NUMEROSE ATTIVITÀ L’IMPEGNO NEL TEATRO REALIZZANDO SCENE E COSTUMI PER L’ELISIR D’AMORE DI DONIZETTI AL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA, ALL’OPERA DI PARIGI, LOSANNA, LIEGI E METZ.
NEL 1991 NESPOLO HA REALIZZATO IL PALIO DELLA GIOSTRA DELLA QUINTANA DI FOLIGNO, LA PRESTIGIOSA RIEVOCAZIONE STORICA CAVALLERESCA CHE RISALE AL 1613 E CHE VIENE PROPOSTA OGNI ANNO NELLA CITTÀ UMBRA
NEL 1998, SU COMMITTENZA DEI SINDACI DI ASCOLI PICENO E SAN BENEDETTO DEL TRONTO, REALIZZA IL PALIO PER L’EDIZIONE DI AGOSTO DELLA RINOMATA TORNEO CAVALLERESCO DELLA QUINTANA DI ASCOLI PICENO.
NESPOLO VIENE ANCHE ANNOVERATO TRA I “MAESTRI DEL PALIO”, PER AVER DIPINTO NEL 2000 I DUE SENDALLI PER IL PALIO DI ASTI DI QUELLA EDIZIONE.
IL PASSAGGIO DI SECOLO SEGNA PER L’ARTISTA UNA TAPPA FONDAMENTALE, A LUNGO DESIDERATA E CERCATA: LA REALIZZAZIONE DEL “SUO” ATELIER (REALIZZATO IN PRIMA PERSONA ALL’INTERNO DI UNA FABBRICA ABBANDONATA DELLA SUA TORINO) CHE, COME UNO SCRIGNO PREZIOSO, AVVOLGE E CONTIENE LE SUE CREAZIONI, I SUOI “GIOCHI TECNOLOGICI”, I SUOI AFFETTI PIÙ CARI.
È A LUI CHE GLI ORGANIZZATORI DEL GIRO D’ITALIA AFFIDANO LA CREAZIONE DELLA MAGLIA ROSA PER L’EDIZIONE DEL 2003.
NEL 2005 A TORINO, REALIZZA PER GTT DELLE OPERE TEMATICHE NELLE STAZIONI DELLA METROPOLITANA DI TORINO E IN SEGUITO DECORA CON LA SUA INCONFONDIBILE IMPRONTA L’ESTERNO DEL CENTRO COMMERCIALE DI VIA LIVORNO.
NEL 2007, DIPINGE IL DRAPPELLONE DEL PALIO DI SIENA DEL 16 AGOSTO E FIRMA SCENE E COSTUMI PER L’OPERA MADAMA BUTTERFLY CHE INAUGURA IL 20 LUGLIO LA 53ª STAGIONE DEL FESTIVAL PUCCINI DI TORRE DEL LAGO PUCCINI.
NEL 2008 REALIZZA “NESPOLO LEGGE DANTE” UN TRITTICO A TIRATURA LIMITATA COMMISSIONATOGLI DALLA DE AGOSTINI DI NOVARA PER LA LETTURA DELLA DIVINA COMMEDIA ATTRAVERSO L’ARTE FIGURATIVA. DELLO STESSO ANNO LA MOSTRA PERSONALE REALIZZATA A NEW YORK DALLA WALTER WICKISER GALLERY. IL MUSEO DEL CINEMA DI TORINO OSPITA UNA SUA MOSTRA ANTOLOGICA. PARTECIPA CON 2 OPERE ALLA MOSTRA “ITALICS: ARTE ITALIANA TRA TRADIZIONE E RIVOLUZIONE, 1968-2008″ SU INVITO DELLA DIREZIONE DI PALAZZO GRASSI A VENEZIA.
NEL 2009 PRESSO IL MUSEO DEL TERRITORIO BIELLESE VIENE ALLESTITA LA MOSTRA ANTOLOGICA “NESPOLO, RITORNO A CASA”, UN RICONOSCIMENTO PRESTIGIOSO TRIBUTATOGLI NELLA TERRA NATIA. LA GALLERIA CANCI DI LERICI ALLESTISCE UNA MOSTRA PERSONALE.IL COMUNE DI FOLIGNO E L’ENTE AUTONOMO GIOSTRA DELLA QUINTANA GLI CONFERISCONO L’INCARICO DI REALIZZARE IL “PALIO DELLA RIVINCITA” PER LA GIOSTRA DEL 13 SETTEMBRE 2009, L’EVENTO CULMINE DEGLI APPUNTAMENTI RIEVOCATIVI DELLA MANIFESTAZIONE SEICENTESCA. IN GIUGNO, IN OCCASIONE DELLA 76ESIMA EDIZIONE DI PITTI IMMAGINE UOMO A FIRENZE, IL MARCHIO BROOKSFIELD SCEGLIE IL FORTE CROMATISMO DI UGO NESPOLO PER UN’OPERAZIONE BIENNALE CHE VEDRÀ L’INTERVENTO STILISTICO DELL’ARTISTA NELLE COLLEZIONI E NELLA COMUNICAZIONE. L’8 OTTOBRE AL MUSEO NAZIONALE DEL BARGELLO DI FIRENZE È STATA INAUGURATA “NOVANTIQUA” UNA PERSONALE DELL’ARTISTA NELLE SALE ABITATE DAI GRANDI NARRATORI DEL RINASCIMENTO IN PROGRAMMA FINO AL 17 GENNAIO 2010.
DAL19 DICEMBRE 2009 FINO AL 5 APRILE 2010 SI È TENUTA A FOLIGNO “NESPOLO. IPOTESI ANTOLOGICA” UNA MOSTRA CON CIRCA 40 OPERE STORICHE NELLE SPLENDIDE SALE DEL MUSEO DELLA CITTÀ - PALAZZO TRINCI; TRA LE ALTRE È ESPOSTA L’OPERA “IL MUSEO” DEL 1975-76 DI CM 270X1000 (MP). MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA CASA DEL CONSOLE, CALICE LIGURE (SV), DAL 20.12.2009 AL 20.02.2010, MAPPE D’ARTISTA 1959-2009 (MC).
2010: DIVIENE SOCIO ONORARIO DEL MOVIMENTO ARTISTICO LETTERARIO IMMAGINE & POESIA, FONDATO A TORINO SOTTO LA PRESIDENZA DI AERONWY THOMAS, FIGLIA DEL GRANDE POETA INGLESE DYLAN THOMAS. GALLERIA ACCADEMIA, TORINO, DAL 5 AL 27.02.2010, ARTISTI CONTEMPORANEI (MC). SALA BOLAFFI, TORINO, DAL 18.02 AL 9.05, TORINO SPERIMENTALE 1959-1969. UNA STORIA DELLA CRONACA. ILSISTEMA DELLE ARTI COME AVANGUARDIA, ACURA DI GIORGINA BERTOLINI E FRANCESCA POLA (MC). GALLERIA BIASUTTI & BIASUTTI, TORINO, DALL’11.03 AL 30.04, SMALL PAINTING. IL PICCOLO FORMATO (MC). GALLERIA NARCISO, TORINO, DAL 16.03 AL 22.03, ARTE PER TZAHAL, 51 OPERE DI ARTISTI RENDONO OMAGGIO ALL’ESERCITO DI DIFESA DI ISRAELE. ASTA BENEFICA IL 22.03 (MC). MUSEO CAMPARI, SESTO SAN GIOVANNI (MI), 18.03, INAUGURAZIONE MUSEO CAMPARI (MC)
2012 NEL MARZO 2012 RICEVE LA CITTADINANZA ONORARIA DELLA CITTA DI SANTHIÀ, NELLA QUALE HA TRASCORSO LA FANCIULLEZZA E L’ADOLESCENZA E DOVE HA COMPIUTO I PRIMI ESPERIMENTI PITTORICI.
UGO NESPOLO VIVE E LAVORA A TORINO.

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     PIERO GILARDI




PIERO GILARDI NASCE A TORINO IL 3 AGOSTO 1942. GILARDI È UN PIONIERE DELLE ESPERIENZE DI ARTE TECNOLOGICA, MULTIMEDIALE ED INTERATTIVA IN ITALIA, SIN DAGLI ANNI SESSANTA. NEL 1963, REALIZZA LA SUA PRIMA MOSTRA PERSONALE “MACCHINE PER IL FUTURO”. DUE ANNI PIÙ TARDI REALIZZA LE PRIME OPERE IN POLIURETANO ESPANSO ED ESPONE A PARIGI, BRUXELLES, COLONIA, AMBURGO, AMSTERDAM E NEW YORK. A PARTIRE DAL 1968 INTERROMPE LA PRODUZIONE DI OPERE PER PARTECIPARE ALL’ELABORAZIONE TECNICA DELLE NUOVE TENDENZE ARTISTICHE DELLA FINE DEGLI ANNI ‘60: ARTE POVERA, LAND ART, ANTIFORM ART. COLLABORA ALLA REALIZZAZIONE DELLE DUE PRIME RASSEGNE INTERNAZIONALI DELLE NUOVE TENDENZE ALLO STEDELIJK MUSEUM DI AMSTERDAM E ALLA KUNSTHALLE DI BERNA. NEL 1969, COMINCIA UNA LUNGA ESPERIENZA TRANSCULTURALE DIRETTA ALL’ANALISI TEORICA E ALLA PRATICA DELLA CONGIUNZIONE “ARTE VITA”. NEGLI ANNI SETTANTA SI DEDICA ALL’USO TERAPEUTICO DELL’ARTE NEL DISAGIO MENTALE.
COME MILITANTE POLITICO E ANIMATORE DELLA CULTURA GIOVANILE CONDUCE SVARIATE ESPERIENZE DI CREATIVITÀ COLLETTIVA NELLE PERIFERIE URBANE E “MONDIALI”: NICARAGUA, RISERVE INDIANE NEGLI USA E AFRICA. NEL 1981 RIPRENDE L’ATTIVITÀ NEL MONDO ARTISTICO, ESPONENDO IN GALLERIE DELLE INSTALLAZIONI ACCOMPAGNATE DA WORKSHOPS CREATIVI CON IL PUBBLICO. A PARTIRE DAL 1985 INIZIA UNA RICERCA ARTISTICA CON LE NUOVE TECNOLOGIE ATTRAVERSO L’ELABORAZIONE DEL PROGETTO “IXIANA” CHE, PRESENTATO AL PARC DE LA VILLETTE DI PARIGI, PREFIGURA UN PARCO TECNOLOGICO NEL QUALE IL GRANDE PUBBLICO POTEVA SPERIMENTARE IN SENSO ARTISTICO LE TECNOLOGIE DIGITALI. NEL CORSO DEGLI ULTIMI ANNI HA SVILUPPATO UNA SERIE DI INSTALLAZIONI INTERATTIVE MULTIMEDIALI CON UNA INTENSA ATTIVITÀ INTERNAZIONALE. INSIEME A CLAUDE FAURE E PIOTR KOWALSKI, HA COSTITUITO L’ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE “ARS TECHNICA” CON LO SCOPO DI PROMUOVERE UNA RICERCA COMUNE TRA ARTISTI E SCIENZIATI SULLE RELAZIONI TRA ARTE, TECNOLOGIA, ATTIVITÀ E DIVULGAZIONE SCIENTIFICHE. IN QUALITÀ DI RESPONSABILE DELLA SEZIONE ITALIANA DI ARS TECHNICA PROMUOVE A TORINO LE MOSTRE INTERNAZIONALI “ARSLAB. METODI ED EMOZIONI” (1992), “ARSLAB. I SENSI DEL VIRTUALE” (1995), “ARSLAB. I LABIRINTI DEL CORPO IN GIOCO” (1999) E NUMEROSI CONVEGNI DI STUDIO SULL’ARTE DEI NUOVI MEDIA. TIENE LA RUBRICA “RITORNO AL FUTURO” SULLA RIVISTA FLASH-ART ITALIA, PER DIVULGARE L’ARTE DEI NUOVI MEDIA. VIVE E LAVORA A TORINO.

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     PETER PHILLIPS




NATO A BIRMINGHAM NEL 1939, STUDENTE ALLA FINE DEGLI ANNI CINQUANTA AL ROYAL COLLEGE OF ART DI LONDRA INSIEME AD ALLEN JONES, DAVID HOCKNEY, PETER CAULFIELD, PETER PHILLIPS È STATO INTERPRETE DI UNA STAGIONE STRAORDINARIA DELL’ARTE CONTEMPORANEA, QUELLA CHE HA VISTO LA NASCITA E L’AFFERMAZIONE SU SCALA PLANETARIA DEL FENOMENO POP ART. DI QUESTI ANNI, SARANNO PRESENTI IN MOSTRA OPERE STORICHE COME FOR MEN ONLY - STARRING MM AND BB, DEL 1961, FOREVER CORPORATION SPOTLIGHT MOTORPSYCHO/ACE DELL’ANNO SUCCESSIVO, GRANDI TELE NELLE QUALI GIÀ SI LEGGONO LE CARATTERISTICHE PECULIARI DELL’OPERA DELL’ARTISTA, IL RIFERIMENTO COSTANTE ALLA SOCIETÀ DI MASSA E AI SUOI MITI, LA CAPACITÀ DI UNIRE SU UN’UNICA SUPERFICIE IMMAGINI DIFFERENTI, L’USO DI UN COLORE SQUILLANTE E VOLUTAMENTE ECCESSIVO, L’ATTENZIONE A OGNI SINGOLO PARTICOLARE DELLA COMPOSIZIONE. GLI ANNI SUCCESSIVI SONO RAPPRESENTATI DA ALCUNI TRA I CAPOLAVORI DELL’ARTISTA, COME CUSTOM PAINTING N.5 DEL 1965, THE RANDOM ILLUSION N. 6 DEL 1969 E ART-O-MATIC CUDACUTIE DEL 1972, TELE SAGOMATE CHE MISURANO DAI TRE AI QUATTRO METRI, SULLE QUALI CAMPEGGIANO PIN-UPS, AUTOMOBILI, ANIMALI, COMPOSIZIONI ASTRATTE, UNITE SECONDO UNA LOGICA COMBINATORIA CHE AGGIORNA E RINNOVA, ATTRAVERSO LA PITTURA, LA GRANDE LEZIONE DEL COLLAGE E DELLA CASUALITÀ SURREALISTA. TALE PRASSI PROSEGUE ANCHE NEI DECENNI SUCCESSIVI, NELLE SERIE DEI MOSAIKBILDER CHE INIZIANO NELLA SECONDA METÀ DEGLI ANNI SETTANTA - IMMAGINI SCOMPOSTE E RICOMPOSTE ALL’INTERNO DI UNA GRIGLIA GEOMETRICA - E PROSEGUONO SINO ALLA METÀ DEGLI ANNI NOVANTA, QUANDO PHILLIPS ACCENTUA ANCOR PIÙ IL CARATTERE VISIONARIO DELLA SUA PITTURA.
UNA NOVITÀ ASSOLUTA, INFINE, SONO LE OPERE REALIZZATE DALL’ARTISTA NEL CORSO DELL’ULTIMO TRIENNIO, E ANCORA INEDITE: SEMPRE CARATTERIZZATE DALLE GRANDI DIMENSIONI, ANCORA FONDATE SULLA CONVIVENZA DI IMMAGINI ALL’APPARENZA INCONCILIABILI, MA DIPINTE OGGI CON STRAORDINARIO REALISMO, CON UNA TECNICA DI ESASPERATA PRECISIONE. IMMAGINI NATE AL COMPUTER CHE PHILLIPS TRASFORMA IN PURA PITTURA, MEMORE DELLE RAFFINATEZZE DEGLI ANTICHI MAESTRI E CHE SI POSSONO CONSIDERARE COME UN UNICUM NEL PANORAMA ARTISTICO CONTEMPORANEO.

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     PAVEL MANSOUROFF




PITTORE RUSSO (PIETROBURGO 1896 - NIZZA 1983). DOPO GLI STUDÎ ARTISTICI A PIETROBURGO, DURANTE IL SERVIZIO MILITARE PROGETTÒ ELICHE E HANGAR ED ELABORÒ I SUOI PRIMI DISEGNI ASTRATTI. ABBRACCIATA LA CAUSA RIVOLUZIONARIA, S’IMPEGNÒ A FIANCO DEI PIÙ SIGNIFICATIVI ESPONENTI DELL’AVANGUARDIA: LAVORÒ NELL’AMBITO DEL COMMISSARIATO DEL POPOLO PER L’ISTRUZIONE CON K. S. MALEVIČ E V. E. TATLIN E, DAL 1922, DIRESSE LA SEZIONE SPERIMENTALE DELL’INCHUK (ISTITUTO DI CULTURA ARTISTICA) DI LENINGRADO. OSTEGGIATO PER I SUOI METODI DIDATTICI E PER LA SUA ATTIVITÀ CREATIVA DALLA ORMAI PREVALENTE CORRENTE DI TENDENZA REALISTA-SOCIALE, M., RECATOSI A ROMA NEL 1928 PER UNA MOSTRA PRESSO LA CASA D’ARTE BRAGAGLIA, DECISE DI NON TORNARE IN PATRIA. STABILITOSI A PARIGI, FU PARTICOLARMENTE VICINO AI DELAUNAY E SI DEDICÒ PREVALENTEMENTE ALL’ARTE APPLICATA DISEGNANDO TESSUTI PER CASE DI ALTA MODA. NEL DOPOGUERRA RIPRESE A DIPINGERE CON RINNOVATO INTERESSE SUI TEMI RITMICI E CROMATICI CHE AVEVANO CARATTERIZZATO LE SUE PRIME RICERCHE.



     MEL RAMOS




MEL RAMOS (SACRAMENTO, 24 LUGLIO 1935) È UN PITTORE STATUNITENSE. PUÒ ESSERE CONSIDERATO UNO DEGLI ULTIMI ESPONENTI DELLA POP ART, ANCHE SE L’IRONIA DELLE SUE OPERE, PER ALCUNI CRITICI, LO PONE AL DI FUORI DELLA CATEGORIA ARTISTICA. ANCHE SE PRINCIPALMENTE PITTORE FIGURATIVO, MEL RAMOS HA SPERIMENTATO SIA L’ARTE REALISTA CHE ASTRATTA. ALCUNI DEI SUOI LAVORI INCARNANO ENTRAMBI GLI STILI. EGLI VIENE ACCLAMATO DALLA CRITICA COME UNO SPERIMENTATORE IRONICO E DISSACRANTE. IL SUO TEMA PRINCIPALE, PERALTRO COMUNE AD ALTRI ESPONENTI DEL MOVIMENTO POP, È LA CRITICA AL CONSUMISMO, UTILIZZANDO ED ESASPERANDO IL LINGUAGGIO E LA TECNICA DEI FUMETTI.
MEL RAMOS HA RICEVUTO IL SUO PRIMO IMPORTANTE RICONOSCIMENTO NEI PRIMI ANNI SESSANTA; DAL 1959 EGLI HA PARTECIPATO IN PIÙ DI 120 MOSTRE COLLETTIVE. INSIEME AD ALTRI ARTISTI COME AD ESEMPIO ANDY WARHOL, ROY LICHTENSTEIN, CLAES OLDENBURG E JAMES ROSENQUIST, RAMOS HA PRODOTTO OPERE D’ARTE CHE CELEBRANO GLI ASPETTI DELLA CULTURA POPOLARE, COME RAPPRESENTATA DAI MASS MEDIA. HA PARTECIPATO ALLE PRINCIPALI MOSTRE DI POP ART, SIA IN NORD AMERICA CHE IN EUROPA E LE SUE OPERE SONO STATE RIPRODOTTE, SPESSO SPESSO PER LA LORO IRONIA, IN LIBRI, CATALOGHI, PERIODICI.

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     MARIO RADICE




RADICE, MARIO. - PITTORE ITALIANO (COMO 1898 - IVI 1987). A COMO, DOVE SI FORMÒ DA AUTODIDATTA, FU IN STRETTO CONTATTO CON M. RHO E G. TERRAGNI CON I QUALI CONDIVISE LE PROPRIE RICERCHE ORIENTATE ENTRO UN CAMPO DI RIGOROSA ASTRAZIONE GEOMETRICO-COSTRUTTIVISTA (RITRATTO SEGRETO, 1936, TORINO, GALLERIA D’ARTE MODERNA). TRA I FONDATORI, CON M. BONTEMPELLI, DEL GRUPPO E DELL’OMONIMA RIVISTA QUADRANTE (1932-36), NEL 1934 SOTTOSCRISSE, CON O. LICINI, M. FONTANA E F. MELOTTI, IL PRIMO MANIFESTO DI POETICA ASTRATTA. PRIMO IN ITALIA A ESEGUIRE DECORAZIONI MURARIE ASTRATTE (CASA DEL FASCIO DI G. TERRAGNI, 1934-36; FONTANA DELLA CAMERLATA PROGETTATA NEL 1936 E REALIZZATA NEL 1960, ENTRAMBE A COMO), NEL 1938 ADERÌ AL GRUPPO VALORI PRIMORDIALI FIRMANDO, NEL 1939, IL MANIFESTO DEL GRUPPO PRIMORDIALI FUTURISTI SANT’ELIA. DOPO LA GUERRA LE SUE OPERE, CHE SI MANTENGONO COERENTEMENTE NELL’AMBITO NON FIGURATIVO, APPAIONO CARATTERIZZATE DA UN MAGGIOR DINAMISMO E DA VALORI CROMATICI PIÙ ACCESI (MOSAICI, VILLA BINI, COMO, 1952-53; COMPOSIZIONE G.R.A., 1955, TORINO, GALLERIA D’ARTE MODERNA).



     MAN RAY




PSEUDONIMO DEL PITTORE, FOTOGRAFO E REGISTA STATUNITENSE EMMANUEL RADINSKI (FILADELFIA 1890 - PARIGI 1976). TRA I PROTAGONISTI DEL DADAISMO A NEW YORK, SI TRASFERÌ A PARIGI NEL 1921, DOVE SI UNÌ AGLI ARTISTI DADA E SURREALISTI, MANTENENDO COSTANTE, NEI DIVERSI AMBITI, LA RICERCA E LA SPERIMENTAZIONE DI TECNICHE INNOVATIVE CHE ESALTASSERO LE POTENZIALITÀ ESPRESSIVE DEI MATERIALI E DEI MEZZI PRESCELTI (RAYOGRAPHS, COLLAGE, SOLARIZZAZIONI). TRA LE OPERE: REVOLVING DOORS (1916-17), VENUS RESTAURÉE (1936), LA VOIE LACTÉE (1974).
VITA. ABBANDONATI GLI STUDI DI ARCHITETTURA, M.-R. SI DEDICÒ ALLA PITTURA; A NEW YORK LE MOSTRE ORGANIZZATE DALLA GALLERIA 291 DI A. STIEGLITZ E L’ARMORY SHOW (1913) LO POSERO DI FRONTE ALLE PIÙ STIMOLANTI ESPRESSIONI DELL’AVANGUARDIA EUROPEA. DIVENUTO UNO DEI PROTAGONISTI DEL DADA A NEW YORK, NEL 1921 SI TRASFERÌ A PARIGI, DIVENENDO PARTE DELLA COMUNITÀ ARTISTICA DADA E SURREALISTA E CONTINUANDO LA SUA RICERCA ALL’INSEGNA DELLA SPERIMENTAZIONE. NEL 1940 RITORNÒ NEGLI USA, DEDICANDOSI PREVALENTEMENTE ALLA PITTURA E, DAL 1951 FU DI NUOVO A PARIGI.
OPERE L’INFLUENZA DI STIEGLITZ, CHE LO INIZIÒ ANCHE ALLA FOTOGRAFIA, E LA PRESENZA A NEW YORK DI M. DUCHAMP E F. PICABIA CATALIZZARONO I SUOI INTERESSI INDIRIZZANDOLO VERSO UN RAPPORTO RIVOLUZIONARIO E ANTICONFORMISTA CON IL PRODOTTO ARTISTICO: USO DELL’AEROGRAFO IN PITTURA, DELLA FOTOGRAFIA (ALL’INIZIO COME MEZZO DI RIPRODUZIONE DELLE PROPRIE OPERE), CREAZIONE DI OGGETTI CARATTERIZZATI SEMPRE DA PRECISI INTERVENTI, MANIPOLAZIONI O ASSEMBLAGES. AL PRIMO PERIODO NEWYORKESE RISALGONO IL DIPINTO THE ROPE DANCER ACCOMPANIES HERSELF WITH HER SHADOWS (1916, NEW YORK, MUSEUM OF MODERN ART), LA SERIE DI COLLAGE MONTATA SU PERNI REVOLVING DOORS (1916-17; RIPROPOSTA IN PITTURA NEL 1942), IL MISTERIOSO OGGETTO, AVVOLTO IN UNA COPERTA E FOTOGRAFATO, L’ENIGME D’ISIDORE DUCASSE (1920). NEGLI ANNI SUCCESSIVI, ACCANTO ALL’INTENSA ATTIVITÀ DI FOTOGRAFO (GLI INNUMEREVOLI RITRATTI, I RAYOGRAPHS, FOTOGRAFIE OTTENUTE CON LA SEMPLICE INTERPOSIZIONE DELL’OGGETTO TRA LA CARTA SENSIBILE E LA FONTE LUMINOSA, LE SOLARIZZAZIONI) E ALL’ESPERIENZA FILMICA (CHE INIZIA CON IL BREVISSIMO LE RÉTOUR À LA RAISON, 1923, CUI SEGUONO EMAK BAKIA, 1926, ÉTOILE DE MER, 1928, IL PIÙ COMPLESSO LES MYSTÈRES DU CHÂTEAU DE DÉS, 1929), M.-R. CREA OGGETTI COME CADEAU (1921), OBJECT À DÉTRUIRE (1923), VENUS RESTAURÉE (1936), E GRANDI DIPINTI COME À L’HEURE DE L’OBSERVATOIRE-LES AMOUREUX (1932-34) E PORTRAIT IMAGINAIRE DE D. A. F. DE SADE (1938). NEI DECENNI SEGUENTI M.-R. CONTINUÒ A PROPORRE OGGETTI (OLTRE A NUOVI ESEMPLARI DI QUELLI CREATI PRECEDENTEMENTE, MONUMENT AU PEINTRE INCONNU, 1956; PAN PEINT, 1964; MAISON CLOSE, 1972), DIPINTI (MARCHAND DE COULEURS II, 1958; IMAGE À DEUX FACES, 1959; LA VOIE LACTÉE, 1974), FOTOGRAFIE (LES VOIES LACTÉES, 1973), CHE TESTIMONIANO LA SUA INESAURIBILE E GIOIOSA INVENTIVA NELL’USO DEL PARADOSSO, DELL’IRRAZIONALE, DELLA SEMPLICE ILLUSIONE, E L’UTILIZZAZIONE SPREGIUDICATA DELLE TECNICHE. LE SUE OPERE SONO CONSERVATE PER LO PIÙ IN COLLEZIONI PRIVATE; LA SUA AUTOBIOGRAFIA (1963) È STATA TRADOTTA IN IT. (1975) E RIPROPOSTA IN TUTTI GLI SCRITTI (1981).

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     LUCIO DEL PEZZO




LUCIO DEL PEZZO NASCE A NAPOLI IL 13 DICEMBRE 1933. STUDIA A NAPOLI ED È FRA I FONDATORI DEL GRUPPO 58 E DELLA RIVISTA “DOCUMENTO SUD”. FRA IL ‘59 E IL ‘64 SI STABILISCE A MILANO, QUINDI A PARIGI, DOVE SUBISCE INFLUSSI NEODADAISTI E POP. SI METTE ALLORA A CREARE COLLAGE, RILIEVI E OGGETTI-FETICCI AVVOLTI IN UN ATMOSFERA SURREALE E METAFISICA. DOPO IL ‘66 COSTRUISCE OGGETTI IN LEGNO VERNICIATO O DORATO IN FOGLIA, PONENDOLI IN MODO DA COINVOLGERE LO SPETTATORE, TALVOLTA IN MODO IRONICO O DISSACRATORE. È INVITATO ALLA BIENNALE DI VENEZIA DEL 1966 CON UNA SALA PERSONALE.



     JESUS RAPHAEL SOTO




Soto, Jesús Rafael. - Pittore e scultore (Ciudad Bolívar 1923 - Parigi 2005). Dopo gli studî a Caracas e un’esperienza didattica presso la scuola di belle arti di Maracaibo (1947-50), si stabilì a Parigi dove, partendo da una ricerca astratto-geometrica, giunse, attraverso una serie di soluzioni optical, alle prime realizzazioni cinetiche; dal 1958 cominciò a integrare l’intervento grafico con cortine di fili e bacchette metalliche (Quadrato virtuale blu, 1978-79, Parigi, Musée national d’art moderne) sperimentando soluzioni tridimensionali ed environments (Volume virtuale, 1987, Parigi, Centre G. Pompidou). Nel 1973 fu inaugurato a Ciudad Bolívar un museo d’arte moderna a lui dedicato.

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