GIANNI PIACENTINO




GIANNI PIACENTINO - VOCE SOLISTA NEL PANORAMA ITALIANO, PRECURSORE DI UNA NUOVA SENSIBILITÀ FORMALE, PIACENTINO SFUGGENDO AD OGNI CLASSIFICAZIONE HA SEMPRE CONTINUATO AD ESPLORARE I CONFINI E LA COMPLESSITÀ DEL RAPPORTO TRA ARTE E DESIGN; ANTICIPANDO DI MOLTO QUELLE CHE SONO LE TEMATICHE AFFRONTATE DALLE ULTIME GENERAZIONI DI GIOVANI ARTISTI.
WRITER: ELENA REDAELLI
LAKE: QUANTO LA TUA PASSIONE PER LE MOTO E LA LORO ESTETICA HA INFLUITO SUL TUO LAVORO FACENDOTI PASSARE DALLE PRIME OPERE (GRANDI SCULTURE IN LEGNO RIVESTITO DI POLIESTERE PLASTIFICATO E DIPINTO CON COLORI METALLIZZATI O LACCATI OPACHI E MAI ELEMENTARI, CHE RIPRENDONO OGGETTI DELLA QUOTIDIANITÀ) ALLA CREAZIONE DI UNA VERA E PROPRIA SCUDERIA DI VEICOLI?
PIACENTINO: NEL 68 HO COMINCIATO IL RESTAURO DI UNA INDIAN DEGLI ANNI ‘30. ERA LA PRIMA MOTO CHE POTEVO PERMETTERMI. MI SONO SUBITO APPASSIONATO ALLA CURA ESTETICA DELLA MECCANICA A CUI MI INIZIÒ UN VECCHIO MECCANICO RESTAURATORE. ALLORA HO CAPITO CHE NEL MIO LAVORO DOVEVANO ENTRARE LE MIE PASSIONI E I MIEI GIOCHI. ECCO DAL ‘69 LE INVENZIONI SULL’IDEA DI VEICOLO (A 2 O 3 RUOTE) E LE DECORAZIONI FILETTATE DAI SERBATOI DELLE MOTOCICLETTE DEGLI ANNI ‘20 E ‘30 E PIÙ AVANTI LE FORME AERODINAMICHE. IN PIÙ È STATA UNA SCUOLA PER IMPARARE A “COSTRUIRE” OPERE IN MODO MECCANICAMENTE CORRETTO E TECNICAMENTE AGGIORNATO. SPESSO L’ARTE È MOLTO APPROSSIMATIVA IN QUESTO CAMPO.
LAKE: IL TUO LAVORO A PARTIRE DAGLI ANNI ‘60 AD OGGI OSCILLA TRA LA CREAZIONE DI OGGETTI CHE RAPPRESENTANO SE STESSI E LA CREAZIONE DI OGGETTI CHE RAPPRESENTANO METAFORICAMENTE IL LORO PASSAGGIO DA OGGETTO A SIMBOLO. QUAL È L’ASPETTO CHE MAGGIORMENTE TI INTERESSA?
PIACENTINO: CREDO CHE CI SIA UNO SCAMBIO CONTINUO TRA LE DUE COSE. PROBABILMENTE LA CARICA SIMBOLICA DIPENDE, PIÙ CHE DALLA MIA VOLONTÀ, DAL CONTESTO CULTURALE ED AMBIENTALE…UN’ALA DISEGNATA IN UN CERTO MODO DIVENTA AUTOMATICAMENTE UN MARCHIO..
LAKE: TECNOLOGIA, FATTURA IMPECCABILE E TENSIONE VERSO LA PERFEZIONE..CONOSCENDO LA PRECISIONE GUIDATA DALL’AUTODISCIPLINA CHE UTILIZZI PER CREARE LE TUE OPERE, CHE IMPORTANZA HA PER TE IL PROCESSO DI “PRODUZIONE INDUSTRIALE” E L’ASPETTO TECNOLOGICO NEL TUO LAVORO?
PIACENTINO: NEGLI ULTIMI DECENNI IL “FATTO A MANO” HA PERSO IL GRANDE VALORE CHE AVEVA. GLI STANDARD DI ALTA QUALITÀ SONO INDUSTRIALI E NON ARTIGIANALI. L’ARTE È SPESSO PERDENTE IN QUESTO AMBITO. PERÒ OGGI È POSSIBILE RAGGIUNGERE QUESTI STANDARD ANCHE PER UNA PRODUZIONE SINGOLA: AD ESEMPIO PROGETTANDO CAD ED ESECUZIONE DI FORME CON FRESE A CONTROLLO NUMERICO. UN GRANDE AIUTO LO DÀ ANCHE LA CONTINUA INNOVAZIONE DEI MATERIALI. L’AUTODISCIPLINA SERVA ANCHE PER IMPORSI A VOLTE UN LAVORO CHE SEMBREREBBE CONTRARIO ALLA PROPRIA DIMENSIONE…AD ESEMPIO UN BEL DIPINTO SU TELA.



     GIANNI COLOMBO




GIANNI COLOMBO (MILANO, 1937 – MELZO, 1993) È STATO UN ARTISTA ITALIANO.
PROTAGONISTA DI FAMA INTERNAZIONALE DELL’ARTE CINETICA O PROGRAMMATA. ESPONENTE DEL GRUPPO T (ANCESCHI, BORIANI, COLOMBO, DEVECCHI, VARISCO),
LA VOLONTÀ DI SUPERARE LA CONCEZIONE TRADIZIONALE DI OPERA D’ARTE, DI TRASFORMARE GLI SPETTATORI IN TECNICI, PORTA GIANNI COLOMBO A SPERIMENTARE NUOVE STRUTTURE PERCETTIVE ATTRAVERSO GIOCHI DI LUCE, REALIZZANDO OPERE MEDIANTE PLEXIGLAS (CROMOSTRUTTURA), PROIEZIONI DI LUCE SU SPECCHI POSTI IN VIBRAZIONE (SISMOSTRUTTURE), FORME E MOVIMENTI VIRTUALI APPARENTI, CON STRUTTURE A MOVIMENTO RAPIDO (STRUTTURAZIONE ACENTRICA, ROTO-OPTIC), IMMAGINI PRODOTTE DA FLASH RITMICI (AFTER STRUCTURES, ZOOM SQUARES), OPERE IN MOVIMENTO PER INTERVENTO DELLO SPETTATORE (IN- OUT, SPAZIO ELASTICO, RILIEVI INTERMUTABILI, ROTOPLASTIK) O CON ANIMAZIONE ELETTROMECCANICA (STRUTTURAZIONE PULSANTE, STRUTTURAZIONE FLUIDA), AMBIENTI CHE COINVOLGONO IL COMPORTAMENTO DELLO SPETTATORE ED I SUOI RIFLESSI DI POSTURA (CAMPO PRATICABILE, ARCHITETTURA CACOGONIOMETRICA, BARISTESIA, TOPOESTESIA, SPAZIO DIAGONIOMETRICO, SPAZIO CURVO).
L’ARTISTA SPERIMENTA NUOVI EQUILIBRI PER MODIFICARE LE SENSAZIONI DELLO SPETTATORE, STUPENDOLO ATTRAVERSO LA CREAZIONE DI LUOGHI SINESTETICI, CAMPI D’INTERAZIONE TRA I VARI ORGANI SENSORIALI. LA VOLONTÀ È QUELLA DI TURBARE LA PASSIVITÀ PERCETTIVA DEI LUOGHI, DALLA GALLERIA AL MUSEO, DALLA CASA AL PALAZZO, MOSTRANDO L’INERZIA DEL LORO UTILIZZO.
GLI AMBIENTI REALIZZATI[MODIFICA | MODIFICA SORGENTE]
TRA GLI AMBIENTI PERMANENTI, REALIZZATI DALL’ARTISTA ED ATTUALMENTE VISITABILI SI SEGNALANO: PARCOGIOCHI BORGOTONDO DI MIRANDOLA (MODENA); MONUMENTO ALLA RESISTENZA, COMO; ARCHITETTURA CACOGONIOMETRICA - COLONNE, MORTERONE (LECCO); ARCHITETTURA CACOGONIOMTERICA ALPINA A BRUNO TAUT, PASSO DELLA FURKA (SVIZZERA); ARCHITETTURA CACOGONIOMETRICA - ENTREXIT, EX CONVENTO DI SAN ROCCO, CARPI (MODENA); AMBIENTE SPAZIO ELASTICO, MAGA - MUSEO ARTE GALLARATE (VA).

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     EMILIO SCANAVINO




EMILIO SCANAVINO (GENOVA, 28 FEBBRAIO 1922 – MILANO, 28 NOVEMBRE 1986) È STATO UN PITTORE E SCULTORE ITALIANO.
NEL 1938 SI ISCRISSE AL LICEO ARTISTICO NICOLÒ BARABINO DI GENOVA, DOVE CONOBBE IL PROFESSOR MARIO CALONGHI, FIGURA DI GRANDE STIMOLO CULTURALE PER LA SUA PRIMA FORMAZIONE. NEL 1942 FECE LA SUA PRIMA MOSTRA PERSONALE PRESSO IL SALONE ROMANO DI GENOVA. NELLO STESSO ANNO SI ISCRISSE ALLA FACOLTÀ DI ARCHITETTURA DELL’UNIVERSITÀ DI MILANO.
NEL 1946 SI SPOSÒ CON GIORGINA GRAGLIA.
NEL 1947 SCANAVINO SI RECÒ PER LA PRIMA VOLTA A PARIGI DOVE SOGGIORNÒ PER QUALCHE TEMPO ED EBBE MODO DI INCONTRARE POETI E ARTISTI COME EDOUARD JAGUER, WOLS, CAMILLE BRYEN. L’ESPERIENZA PARIGINA SI RIVELERÀ FONDAMENTALE NEL SUO PERCORSO STILISTICO, IN PARTICOLARE PER GLI ECHI DEL POSTCUBISMO CHE ASSIMILÒ E INTERPRETÒ IN CHIAVE PERSONALE FIN DAL 1948, QUANDO ESPOSE ALLA GALLERIA ISOLA DI GENOVA. NEL 1949 NACQUE SEBASTIANO, IL PRIMO DEI DUE FIGLI. NEL 1950 ESPOSE ALLA XXV BIENNALE DI VENEZIA. NEL 1951 IN OCCASIONE DI UNA MOSTRA PERSONALE ALLA APOLLINAIRE GALLERY VISSE PER QUALCHE TEMPO A LONDRA, DOVE CONOBBE E FREQUENTÒ PHILIP MARTIN, EDUARDO PAOLOZZI, GRAHAM SUTHERLAND, FRANCIS BACON. NELLO STESSO ANNO APRÌ IL SUO PRIMO STUDIO A MILANO IN UNA MANSARDA DI FORO BONAPARTE. IL CRITICO GUIDO BALLO E I GALLERISTI GUIDO LE NOCI, ARTURO SCHWARZ SI OCCUPARONO DEL SUO LAVORO.
L’ANNO DOPO, 1952, LAVORÒ ANCHE NELLA FABBRICA DI CERAMICHE MAZZOTTI AD ALBISSOLA MARINA, DOVE INCONTRÒ NUMEROSI ARTISTI E STRINSE AMICIZIA CON ALCUNI DI LORO, TRA QUESTI LUCIO FONTANA, ASGER JORN, GUILLAME CORNEILLE, SEBASTIAN MATTA, WIFREDO LAM, GIUSEPPE CAPOGROSSI, ENRICO BAJ, SERGIO DANGELO, ROBERTO CRIPPA, GIANNI DOVA, AGENORE FABBRI, ALIGI SASSU E ALTRI. NEL 1952 NACQUE LA SECONDA FIGLIA PAOLA.

NEL 1954 ESPOSE ALLA XXVII BIENNALE DI VENEZIA E L’ANNO DOPO RICEVETTE IL PREMIO GRAZIANO. NEL 1956 LE SUE OPERE FURONO ESPOSTE, UNITAMENTE ALLE OPERE DELL’ARTISTA AMERICANA SARAH JACKSON, NELLA MOSTRA THIS IS TOMORROW ALLA WHITECHAPEL ART GALLERY DI LONDRA. NEL 1958 VINSE IL PREMIO LISSONE E PARTECIPÒ CON UNA SALA ALLA BIENNALE DI VENEZIA, VINSE IL PREMIO PRAMPOLINI. NELLO STESSO ANNO FIRMÒ UN CONTRATTO CON LA GALLERIA DEL NAVIGLIO DIRETTA DAL GRANDE GALLERISTA CARLO CARDAZZO CON IL QUALE INTRATTENNE UN IMPORTANTE RAPPORTO DI AMICIZIA E DI LAVORO. SI TRASFERÌ CON LA FAMIGLIA A MILANO. MOLTI CRITICI SI OCCUPARONO DELLA SUA OPERA TRA CUI ENRICO CRISPOLTI, GUIDO BALLO, GIAMPIERO GIANI, EDOUARD JAGUER, GILLO DORFLES, ROBERTO SANESI, FRANCO RUSSOLI
NEL 1960 VINSE IL PREMIO SPOLETO, IL PREMIO SASSARI, IL PREMIO VALSESIA E IL PREMIO LIGNANO ED VENNE INVITATO, CON SALA PERSONALE, ALLA XXX BIENNALE DI VENEZIA.
NEL 1962 ACQUISTÒ UNA VECCHIA CASA A CALICE LIGURE, CHE TRASFORMÒ IN ATELIER. A MILANO CONOBBE IL COLLEZIONISTA GIANNI MALABARBA CON IL QUALE IN SEGUITO EBBE UN INTENSO RAPPORTO DI AMICIZIA.
NEL 1963 RICEVETTE IL PREMIO LA SPEZIA PROPRIO MENTRE CARLO CARDAZZO, CHE PER SETTE ANNI AVEVA SOSTENUTO SCANAVINO CON L’IMPEGNO D’AMICO, MORIVA IMPROVVISAMENTE: QUESTO LUTTO COLPÌ PROFONDAMENTE IL PITTORE. RENATO CARDAZZO PROSEGUÌ IL LAVORO DEL FRATELLO COME MERCANTE D’ARTE E CONTRIBUÌ AD ALLARGARE LA FAMA DI SCANAVINO IN ITALIA E ALL’ESTERO.
NEL 1966 ALLA XXXIII BIENNALE DI VENEZIA, DOVE ESPOSE NUOVAMENTE IN UNA SALA PERSONALE, VINSE IL PREMIO PININFARINA.
NEL 1968 TRASFERÌ IL SUO STUDIO A CALICE LIGURE. IN QUESTA LOCALITÀ SI STABILIRONO NUMEROSI ARTISTI CHE COSTITUIRONO ATTORNO A SCANAVINO UNA PICCOLA COMUNITÀ[1].
NEL 1970 RICEVETTE IL GRAN PREMIO ALLA BIENNALE DI MENTONE. IL COLLEZIONISTA FRANCO CASTELLI, DIRETTORE DE “L’UOMO E L’ARTE”, DIVENNE SUO AMICO E SUO SOSTENITORE.
NEL 1971 SUPERÒ CON SUCCESSO UNA DELICATA OPERAZIONE: LA GUARIGIONE DIEDE L’AVVIO A UNA NUOVA FASE CREATIVA DELLA SUA PITTURA. VIAGGIÒ IN BELGIO, FRANCIA E GERMANIA PUR CONTINUANDO A VIVERE E LAVORARE A CALICE LIGURE. TRA IL 1973 E IL 1974 LA KUNSTHALLE DI DARMSTADT PRESENTÒ UNA SUA VASTA MOSTRA ANTOLOGICA CHE, CON ALCUNE VARIANTI, PASSÒ A VENEZIA A PALAZZO GRASSI E POI A MILANO A PALAZZO REALE, NEL 1974.
NEL 1982, NONOSTANTE IL PROGRESSIVO AGGRAVARSI DELLA MALATTIA, CONTINUÒ A LAVORARE E AD AVERE UNA INTENSA ATTIVITÀ ESPOSITIVA IN SPAZI PUBBLICI E PRIVATI E NEL 1986 VENNE INVITATO AD ESPORRE ALLA QUADRIENNALE DI ROMA. MORÌ A MILANO IL 28 NOVEMBRE DEL 1986.

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     CONCETTO POZZATI




PITTORE ITALIANO (N. VÒ VECCHIO, VÒ, 1935). HA STUDIATO A BOLOGNA E A PARIGI, SPECIALIZZANDOSI IN GRAFICA PUBBLICITARIA. IN SEGUITO SI È DEDICATO ALLA PITTURA, ESORDENDO CON SOLUZIONI INFORMALI D’APPROCCIO MATERICO-GESTUALE. DAI PRIMI ANNI SESSANTA HA INDIRIZZATO LA PROPRIA RICERCA VERSO UNA NUOVA FIGURAZIONE ELABORANDO IMMAGINI NITIDE, GEOMETRICAMENTE STRUTTURATE, DERIVATE DAI MASS MEDIA O ISPIRATE ALL’ARTE DEL PASSATO, SPESSO ASSOCIATE, IN IRONICI ASSEMBLAGES, A OGGETTI DIVERSI (DISAGIO PUBBLICITARIO, 1963, TORINO, GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA; I MIEI FIORI NELLO STUDIO DI MORANDI, 1989, COLL. PRIV.). HA INSEGNATO ALL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BOLOGNA E URBINO ED È STATO DIRETTORE ARTISTICO (1998) DELLA CASA DEL MANTEGNA DI MANTOVA. É STATO ASSESSORE ALLA CULTURA CULTURA DEL COMUNE DI BOLOGNA DAL 1993 AL 1996. DAL 1995 È MEMBRO DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI SAN LUCA. ALLE SUE OPERE SONO STATE DEDICATE IMPORTANTI MOSTRE PERSONALI: ALL’ ARTCURIAL CENTRE D’ART CONTEMPORAIN DI MONTECARLO (2002); AL MUSEO FRISACCO DI UDINE (2005); AL MUSEO MORANDI DI BOLOGNA (2007). NEL 2005 È STATO INSIGNITO DEL SIGILLO D’ATENEO DELL’ALMA MATER STUDIORUM DELL’UNIV. DI BOLOGNA.

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     BRUNO MUNARI




MUNARI, BRUNO. - DESIGNER, SCULTORE E SCRITTORE ITALIANO (MILANO 1907 - IVI 1998). CONSIDERATO UNO DEI MASSIMI PROTAGONISTI DELL’ARTE, DEL DESIGN E DELLA GRAFICA DEL 20° SECOLO, HA MANTENUTO INALTERATA LA SUA ESTROSA CREATIVITÀ A SOSTEGNO DELL’INDAGINE COSTRUTTIVA DELLA FORMA ATTRAVERSO SPERIMENTAZIONI VISIVE E TATTILI E, INSIEME, LA SUA GRANDE CAPACITÀ DI COMUNICARLA ATTRAVERSO PAROLE, OGGETTI, GIOCATTOLI. INIZIALMENTE VICINO AL FUTURISMO, SE NE ALLONTANÒ POI GRADUALMENTE DEDICANDO LA SUA RICERCA ALL’APPROFONDIMENTO DI FORME E COLORI E ALL’AUTONOMIA ESTETICA DEGLI OGGETTI. TRA LE REALIZZAZIONI PIÙ EMBLEMATICHE LE «MACCHINE INUTILI» (DAL 1933), CONGEGNI MECCANICI PRESENTATI COME MODELLI SPERIMENTALI CHE INDAGANO SULLE POSSIBILITÀ PERCETTIVE, CHE FECERO DI M. UN PRECURSORE DELL’OPTICAL ART.
VITADAL 1927 PRESE PARTE ALLE MANIFESTAZIONI DEL SECONDO FUTURISMO MILANESE, PARTECIPANDO ALLE COLLETTIVE DELLA GALLERIA PESARO OLTRE CHE ALLA BIENNALE DI VENEZIA E ALLE QUADRIENNALI DI ROMA E PARIGI DEGLI ANNI TRENTA. NEL 1933 ESPOSE LE SUE «MACCHINE INUTILI», CONGEGNI MECCANICI STUDIATI NELLE LORO CARATTERISTICHE ESTETICHE, PRESENTATE COME «MODELLI SPERIMENTALI INTESI A VERIFICARE LE POSSIBILITÀ DI INFORMAZIONE ESTETICA DEL LINGUAGGIO VISUALE». DAL 1934 AL 1936 SI DEDICÒ ALLA PITTURA ASTRATTA. NEL 1948, INSIEME AD A. SOLDATI, G. MONNET, G. DORFLES, FONDÒ IL MAC (MOVIMENTO PER L’ARTE CONCRETA). NEGLI ANNI CINQUANTA LE SUE RICERCHE RIPRESERO CON UNA SERIE DI SCULTURE «CONCAVO-CONVESSE» (1949-65), DI DIPINTI «POSITIVO-NEGATIVI» (1951 E SEGUENTI), DI MODELLI SPERIMENTALI TRIDIMENSIONALI (COMPOSIZIONE SUL QUADRATO; SCULTURE DA VIAGGIO; STRUTTURE CONTINUE), FINO ALLA SPERIMENTAZIONE VISIVA OTTENUTA CON LUCE POLARIZZATA (DAL 1953 IN POI). NEGLI ANNI SEGUENTI SI DEDICÒ A RICERCHE CINETICHE E A ESPERIMENTI DI XEROGRAFIA. PER LA SUA ATTIVITÀ HA RICEVUTO NUMEROSI RICONOSCIMENTI, TRA I QUALI IL COMPASSO D’ORO DELL’ASSOCIAZIONE DISEGNO INDUSTRIALE (1954, 1955, 1979 E 1995 ALLA CARRIERA); LA MENZIONE ONOREVOLE DELL’ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI NEW YORK (1974); IL PREMIO JAPAN DESIGN FOUNDATION (1985).
OPERELA RICERCA DI M., NON INQUADRABILE NELLE CATEGORIE CONSUETE, TENDE A UNA SORTA D’IRONICO ANALISMO, MEDIANTE LA CONTINUA SPERIMENTAZIONE DI SEMPRE NUOVI STRUMENTI DI COMUNICAZIONE. PARTITO DALLA POETICA FUTURISTA DELL’INTERPRETAZIONE DELL’ARTE COME TOTALITÀ, EGLI RISOLVE IL SUO PROCESSO INVENTIVO ATTRAVERSO FORME ASTRATTE SEMPLICI E PURE, PER OFFRIRE ALL’UOMO OGGETTI UTILI NON SOLO IN SENSO MATERIALE, MA ANCHE INTELLETTUALE ED ESTETICO, NEL TENTATIVO DI RIASSUMERE IN ESSI LE CONTRASTANTI ISTANZE DELLA TECNICA E DELL’ARTE, DELLA NECESSITÀ E DELLA LIBERTÀ, DELL’IMPREVISTO NEL RIPETITIVO. LA SUA COSTANTE RICERCA È STATA QUELLA DELL’APPROFONDIMENTO DI FORME E COLORI, VARIABILI SECONDO UN PROGRAMMA PREFISSATO, E DELLA AUTONOMIA ESTETICA DEGLI OGGETTI. TALI PREMESSE (SVILUPPATE IN ARTE COME MESTIERE, 1966, IN DESIGN E COMUNICAZIONE VISIVA, 1968 E IN CODICE OVVIO, 1971) HANNO TROVATO CONFERMA NELLA PRATICA DELL’INDUSTRIAL DESIGN. LA SUA POLIEDRICA CAPACITÀ COMUNICATIVA SI È MANIFESTATA NEI CAMPI PIÙ DISPARATI: PUBBLICITÀ E COMUNICAZIONE INDUSTRIALE; LIBRI PER LA SCUOLA (L’OCCHIO E L’ARTE. L’EDUCAZIONE ARTISTICA PER LA SCUOLA MEDIA, 1992; SUONI E IDEE PER IMPROVVISARE. COSTRUIRE PERCORSI CREATIVI NELL’EDUCAZIONE MUSICALE E NELL’INSEGNAMENTO STRUMENTALE, 1995, ENTRAMBI IN COLLAB.); GIOCHI, LABORATORI GRAFICI E LIBRI DI RICERCA.

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     ALLEN JONES




ALLEN JONES. - PITTORE E SCULTORE INGLESE (N. SOUTHAMPTON 1937). HA STUDIATO ALL’HORNSEY COLLEGE OF ART (1958-59) E AL ROYAL COLLEGE OF ART (1959-60) E HA SOGGIORNATO A LUNGO IN AMERICA. FA PARTE DELLA “NUOVA GENERAZIONE” DI ARTISTI POP INGLESI, PRESENTE DAL 1961 ALLE PIÙ IMPORTANTI ESPOSIZIONI INTERNAZIONALI. NEI SUOI QUADRI SONO CARATTERISTICHE LE FIGURE FEMMINILI DIPINTE SECONDO UNO STEREOTIPO FUMETTISTICO. NELLE SCULTURE-MOBILIO LA SUA DONNA-MANICHINO SI TRASFORMA IN TAVOLA O IN SEDIA, ASSUMENDO POSIZIONI IRONICAMENTE ALLUSIVE (DOWNBEAT, 1975). IL TEMA DEL VOYEURISMO, CHE COMPARE NELLE OPERE DI A. NEGLI ANNI SETTANTA (ENUNCIATION, 1977), VIENE SVILUPPATO CON IRONIA E MATURITÀ, SENZA MAI CADERE NELLA MORBOSITÀ. GLI ANNI OTTANTA E NOVANTA SEGNANO UNA ULTERIORE EVOLUZIONE DEL SUO LAVORO. L’INTENSA RICERCA LO HA PORTATO A UN CROMATISMO A LARGHE CAMPITURE NEL QUALE RISULTA SEMPRE PIÙ EVIDENTE UNA CERTA ASCENDENZA MATISSIANA. DAGLI INIZI DEGLI ANNI NOVANTA È STATO PARTICOLARMENTE ATTIVO PER COMMISSIONI PUBBLICHE, REALIZZANDO IMPONENTI SCULTURE DIPINTE (AEROPORTO DI HEATHROW, 1991; CHELSEA AND WESTMINSTER HOSPITAL, 1992-93; TAIKOO PLACE, HONG KONG, 1997; DOCKLANDS, LONDRA, 2001); SUE IMPORTANTI RETROSPETTIVE SONO STATE OSPITATE PRESSO LA TATE BRITAIN DI LONDRA (2007-2008) E LA KUNSTHALLE DI TÜBINGEN (2012).

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