LUIGI VERONESI




VERONESI, LUIGI. - PITTORE, GRAFICO, FOTOGRAFO, SCENOGRAFO, NATO A MILANO IL 28 MAGGIO 1908. TRA I PIÙ SIGNIFICATIVI ESPONENTI DELL’ASTRATTISMO ITALIANO, V. MUOVE LE SUE PRIME ESPERIENZE ALL’INTERNO DEL CLIMA CULTURALE INSTAURATO DAL NOVECENTO. È INIZIATO ALLE TECNICHE DELLA PITTURA E DELL’INCISIONE DA UN MODESTO MAESTRO, MA PIÙ STIMOLANTI SONO I RAPPORTI CON R. GIOLLI E IL GRUPPO DI INTELLETTUALI CHE DARÀ POI VITA ALLA RIVISTA POLIGONO. EVIDENTI SONO ANCORA, PER LA SUA FORMAZIONE, I RICHIAMI ALLA METAFISICA E AL SECONDO FUTURISMO, E LE XILOGRAFIE CHE ESPONE NELLA SUA PRIMA MOSTRA PRESSO LA GALLERIA DEL MILIONE NEL 1932 DENOTANO IL SUO INTERESSE PER LA GRAFICA DI DIE BRÜCKE. NEL 1932 A PARIGI INCONTRA LÉGER E VANTONGERLOO, PRIMO DEI NUMEROSI CONTATTI CON L’AVANGUARDIA EUROPEA CHE, INSIEME CON I RAPPORTI CON LA PUNTA PIÙ AVANZATA DELL’ARCHITETTURA E DELL’ARTE ITALIANA, FACENTE CAPO ALLA GALLERIA DEL MILIONE, CONTRIBUISCONO ALL’ELABORAZIONE ORIGINALE DI UNA RICERCA CHE SI ESTENDE DALLA PITTURA, ALLA GRAFICA, ALLA FOTOGRAFIA, AL CINEMA.
NEL 1933 V. ADERISCE AL GRUPPO DI CAMPOGRAFICO, NEL 1934 AD ABSTRACTION-CRÉATION: NEL 1935 INCONTRA PER LA PRIMA VOLTA L. MOHOLY-NAGY, LA CUI RICERCA RIMANE FONDAMENTALE PER V., PER I PROBLEMI VISUALI RELATIVI AL MOVIMENTO ALL’INTERNO DELL’IMMAGINE E PER I RAPPORTI TRA LE DIVERSE TECNICHE, COSÌ COME È IMPORTANTE LA LEZIONE DI KANDINSKIJ (NON TANTO IL KANDINSKIJ DE LO SPIRITUALE NELL’ARTE, QUANTO QUELLO DI PUNTO, LINEA E SUPERFICIE) PER IL MODO DI STRUTTURARE LA SUPERFICIE PITTORICA. LE 14 VARIAZIONI DI UN TEMA PITTORICO (1936; PUBBLICATE POI CON LE VARIAZIONI MUSICALI DI MALIPIERO) SONO BASATE SULL’ARMONIA DI RAPPORTI MATEMATICI PRECISI E FORME GEOMETRICHE. IN QUESTA DIREZIONE SONO ANCHE STIMOLANTI PER V. LE ESPERIENZE DEI CONCRETISTI SVIZZERI, SOPRATTUTTO DI M. BILL, E LA CONOSCENZA DELL’AVANGUARDIA RUSSA (EL LISSINTSKIJ, MALEVIC). DELLA FINE DEGLI ANNI TRENTA SONO GLI ESPERIMENTI CON FOTOGRAMMI SU TELA, UN’INTENSA ATTIVITÀ FOTOGRAFICA E, COERENTEMENTE CON LA RICERCA DEL TEMA DELLE VARIAZIONI, IL TENTATIVO DI ORGANIZZARE UNA PITTURA IN MOVIMENTO, REALIZZANDO SEI FILM, DIPINGENDO DIRETTAMENTE SULLA PELLICOLA. NEL DOPOGUERRA, V., CONTINUANDO CON GIOVANILE ENTUSIASMO LA SUA ATTIVITÀ, ADERISCE AL MAC (1949), SPERIMENTA, PARALLELAMENTE IN FOTOGRAFIA E PITTURA, UNA RICERCA SULL’ORGANICO, PER POI RITORNARE A FORME GEOMETRICHE PURE, E ALLE VARIAZIONI CONNESSE CON LE SUE RICERCHE IN CAMPO MUSICALE: MISURANDO LA LUNGHEZZA D’ONDA DEL COLORE, CREANDO UNA SCALA CROMATICA SECONDO RAPPORTI MATEMATICI, LA MUSICA PUÒ ESSERE TRADOTTA IN COLORE E IL COLORE IN MUSICA. NELLA RICERCA POLIEDRICA DI V., COERENTE ANCHE CON LA SUA FIGURA DI MILITANTE ANTIFASCISTA, RIMANE COSTANTE UN PRINCIPIO STRUTTURALE DI ARMONIA, ARMONIA CROMATICA (STUDIO DI RAPPORTI CHE INTERCORRONO FRA I COMPLEMENTARI E I LORO ACCORDI, COSÌ COME LA DEFINISCE NEL SUO CORSO DI CROMATOLOGIA TENUTO A BRERA NEL 1972-73) CHE COINCIDE CON L’ARMONIA COMPOSITIVA. VEDI TAV. F. T.

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     JOE TILSON




SCULTORE E PITTORE INGLESE (N. LONDRA 1928). HA STUDIATO ALLA ST. MARTIN’S SCHOOL OF ART E AL ROYAL COLLEGE OF ART DI LONDRA. OTTENUTO IL PRIX DE ROME (1955), È STATO IN ITALIA FINO AL 1957; IN SEGUITO HA INSEGNATO IN VARIE SCUOLE D’ARTE INGLESI E ALLA SCHOOL OF VISUAL ART DI NEW YORK (1966). TRA I PROTAGONISTI DELLA POP ART INGLESE, T. HA SPERIMENTATO DIVERSI MATERIALI (VERNICI, LEGNO, PLEXIGLASS, ECC.) E TECNICHE (DAL COLLAGE AL FOTOMONTAGGIO, ALL’INCISIONE) GIUNGENDO, NEGLI ANNI SESSANTA, A SOLUZIONI ORIGINALI CON LA SERIE DI DIPINTI E COSTRUZIONI ISPIRATE AI GIOCHI A INCASTRO DEI BAMBINI (SERIE KEY-BOX; SPIRAL-BOX; ECC.) O AL TEMA DELLA ZIQQURAT. OPERE DI T. SI TROVANO ALLA TATE GALLERY DI LONDRA, AL MUSEO DE ARTE DI SAN PAOLO, ALLA KUNSTHALLE DI BASILEA, ECC.

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     CLAES OLDENBURG




CLAES THURE OLDENBURG (STOCCOLMA, 28 GENNAIO 1929) È UN ARTISTA E SCULTORE SVEDESE NATURALIZZATO STATUNITENSE, APPARTENENTE ALLA CORRENTE DELLA POP ART.
LA SUA RICERCA ARTISTICA SI CONCENTRA SUL CONSUMISMO NELLA SOCIETÀ AMERICANA CONTEMPORANEA SOPRATTUTTO PER QUANTO RIGUARDA QUELLO LEGATO AL CIBO. REALIZZA ENORMI SCULTURE IN GESSO DIPINTO RAFFIGURANTI GELATI, HOT-DOG E QUANT’ALTRO L’IPERNUTRITA POPOLAZIONE AMERICANA CONSUMA NEGLI ANNI SESSANTA; QUESTE RIPRODUZIONI ERANO IN VENDITA IN UN NEGOZIO DI PROPRIETÀ DELL’ARTISTA, APERTO NEL 1961, DA LUI STESSO BATTEZZATO THE STORE. IL CIBO, IN QUANTO OGGETTO DI CONSUMO, SI CARICA, NELL’OPERA DI OLDENBURG, DI UN’ACCEZIONE DI ORRIDO, PERCHÉ VIENE SVALUTATO DEL SUO RUOLO PRIMARIO E RIDOTTO A PRODOTTO COMMERCIALE. LA TECNICA ADOTTATA È SOMMARIA E APPROSSIMATIVA: GLI OGGETTI CHE EGLI RIPRODUCE SONO MODELLATI SENZA TROPPA ATTENZIONE ALLA RESA NATURALISTICA E DIPINTI ALLA SVELTA LASCIANDO SPESSO EVIDENTI COLATURE DI COLORE. ALTRETTANTO IMPORTANTE È LA SCELTA DEI SOGGETTI: SONO TUTTI PRODOTTI, ALIMENTARI E NON, FACILMENTE RINTRACCIABILI IN QUALUNQUE NEGOZIO DEL QUARTIERE; EGLI PONE QUINDI L’ACCENTO, COME TUTTI GLI ESPONENTI DELLA POP ART, SULLA SOCIETÀ DI MASSA CONTEMPORANEA RICORRENDO UN LINGUAGGIO FACILMENTE COMPRENSIBILE DA CHIUNQUE PER QUANTO RIGUARDA I SOGGETTI, OGGETTI DI USO COMUNE E QUOTIDIANO, E I MODELLI, CON USO DI COLORI MOLTO ACCESI E DI FORTI CONTRASTI CROMATICI OLTRE CHE UN CONSISTENTE ABBANDONO A UN CERTO “CATTIVO GUSTO”, RIPRESI DAI CARTELLONI PUBBLICITARI E, PIÙ IN GENERALE, DAL MONDO DEL MERCATO E DEL CONSUMO DI MASSA.
FACILMENTE POTREMMO DUNQUE COMPRENDERE LE FORTI CRITICHE ALLA CULTURA POP E AL MERCATO DEL CONSUMO AMERICANI. QUESTO TIPO DI ARTE PERÒ È NETTAMENTE DESTABILIZZANTE ANCHE DAL PUNTO ARTISTICO: SULLA SCORTA DEL DADAISMO E DEL NEO-DADA, MOVIMENTO PIÙ TIPICAMENTE STATUNITENSE, OLDENBURG PORTA AVANTI UN’OPERA DI SMANTELLAMENTO DEI VALORI DELL’ARTE CHE POSSIAMO RISCONTRARE NELLA SCELTA DI MODELLI BASSI E POPOLARI, NELLA CITAZIONE IRONICA, CON LE SGOCCIOLATURE DI COLORE, DEL LINGUAGGIO PITTORICO TIPICO DELL’ESPRESSIONISMO ASTRATTO MA SOPRATTUTTO NEL TENTATIVO DI FUGA DAL MERCATO DELL’ARTE CONTEMPORANEO, CHE TENDEVA A DARE UN ECCESSIVO PESO ECONOMICO ALL’OPERA D’ARTE, MEDIANTE LA SCELTA DI VENDERE LE OPERE IN UN NEGOZIO COME TANTI ALTRI.
L’ARTE DI OLDENBURG HA UNA NOTEVOLE IMPORTANZA RIGUARDO AGLI SVILUPPI ARTISTICI IMMEDIATAMENTE SUCCESSIVI SOPRATTUTTO PER I CONSISTENTI INFLUSSI SU WARHOL E SU TUTTA LA POP ART.

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     BRUCE NAUMANN







     KEITH HARING







     RICHARD HAMILTON




HAMILTON, RICHARD PITTORE INGLESE, NATO A LONDRA IL 24 FEBBRAIO 1922. COMPIE GLI STUDI A LONDRA PRESSO LA ST. MARTIN’S SCHOOL (1936-37), LA ROYAL ACADEMY SCHOOL (1938-40) E LA SLADE SCHOOL OF FINE ART (1948-51), DOVE FREQUENTA I CORSI D’INCISIONE DI J. BUCKLAND WRIGHT. DEL 1950 È LA SUA PRIMA PERSONALE, ALLA GIMPEL FILS DI LONDRA; NELLO STESSO ANNO ADERISCE ALL’INDEPENDENT GROUP. INSEGNANTE DI DISEGNO AL KING’S COLLEGE DELL’UNIVERSITÀ DI DURHAM (1953-56) E AL ROYAL COLLEGE OF ART DI LONDRA (1957-61), PROGETTA E DISEGNA GLI ALLESTIMENTI PER LA GROWTH AND FORM EXHIBITION, PRESSO L’INSTITUTE OF CONTEMPORARY ARTS (1951) E PER LA RASSEGNA THE ALMOST COMPLETE WORK OF MARCEL DUCHAMP ALLA TATE GALLERY (1966). È PRESENTE ALLA MOSTRA THIS IS TOMORROW ORGANIZZATA DALLA WITHECHAPEL ART GALLERY DI LONDRA (1956); ALLA RASSEGNA DEDICATA ALLA POP ART IN ENGLAND AL KUNSTVEREIN DI AMBURGO (1976) E ALLA ASPECTS OF BRITAIN ART TODAY PRESSO IL METROPOLITAN MUSEUM DI TOKYO (1982). NEL 1969, IN OCCASIONE DELLA 7A JOHN MOORES LIVERPOOL EXHIBITION RICEVE, CON M. MARTIN, IL PRIMO PREMIO PER LA PITTURA; NEL 1970, IL TALENS PRIZE DI AMSTERDAM.
ESPONENTE DI RILIEVO DELLA POP ART INGLESE, H. ESORDISCE CON UNA SERIE DI OPERE ASTRATTE BASATE SULLA SISTEMATICA NOTAZIONE DI SPIRALI O ALTRI SEGNI LINEARI, A CUI SUCCEDONO, NEI PRIMI ANNI CINQUANTA, DIPINTI E DISEGNI CHE ESPLORANO LE POSSIBILI RESE PITTORICHE DEL MOVIMENTO. COMPAIONO, QUINDI, I COLLAGES, OVVERO OPERE IN CUI H. − ANTICIPANDO UNO DEI PIÙ SIGNIFICATIVI TEMI FORMALI DELLA POP ART - UTILIZZA, COME SPUNTO PER LE SUE CREAZIONI, OGNI SORTA DI IMMAGINI FOTOGRAFICHE DESUNTE DALLA CULTURA FIGURATIVA DELLA PUBBLICITÀ DI MASSA. L’APPROPRIAZIONE ”DISSACRATORIA” DEI SIMBOLI DELLA SOCIETÀ DEI CONSUMI EMERGE CON EVIDENZA IN OPERE COME JUST WHAT IS THAT MAKES HOMES SO DIFFERENT, SO APPEALING? (1956), IN CUI LE IMMAGINI PIÙ RAPPRESENTATIVE DI NOTI PRODOTTI COMMERCIALI (TELEVISORI, PIN-UP GIRLS, ASPIRAPOLVERE, ECC.) VENGONO IRONICAMENTE ASSEMBRATE IN UN INTERNO NEL TENTATIVO DI SUGGERIRE UNA VISIONE CRITICA E RIVELATRICE DELLA CULTURA E DELLA SOCIETÀ CONTEMPORANEA. NELLE OPERE SUCCESSIVE, DALLA SERIE INTERIORS (1964-76) A THE ORANGE MAN (1989), LA RIFLESSIONE SUL POTENZIALE CREATIVO DEL PROPRIO LAVORO SPINGE H. A PROCEDERE ALLA RIELABORAZIONE DI IMMAGINI FOTOGRAFICHE ATTRAVERSO UNA GRANDE VARIETÀ DI STILI PITTORICI E TECNICHE GRAFICHE, NELLA COSTANTE RICERCA DI UN NUOVO MEZZO ESPRESSIVO CHE INTERPRETI L’INTENTO TEMATICO.

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     CHRISTO




Nome d’arte dello scultore bulgaro Christo Javachev (n. Gabrovo 1935). Ha studiato a Sofia, a Praga e a Vienna. Giunto a Parigi nel 1958, si è legato al gruppo del Nouveau réalisme; nel 1964 si è trasferito a New York. In sodalizio con la moglie Jeanne-Claude Denat de Guillebon (1935-2009), è considerato uno dei più significativi esponenti della land art ed è noto in particolare per i suoi progetti ed esecuzioni di “impaccaggi” di celebri edifici pubblici (un grattacielo di Manhattan, la fontana della piazza principale di Spoleto, il monumento a Vittorio Emanuele II a Milano, Porta Pinciana a Roma, Pont Neuf a Parigi, il Reichstag di Berlino) e di scenarî naturali (Wrapped Cost, Little Bay, Sidney, 1969; Valley Curtain, Colorado, 1972; Running Fence, California, 1976; Surrounded Islands, Miami, 1984; The Gates, Central Park, New York, 2004-05). Nel 2011 ha ottenuto, dopo decenni di attesa, l’autorizzazione per realizzare l’ambiziosa opera di copertura dell’Arkansas River, nelle Rocky Mountains (Colorado): il progetto, che sarà ultimato entro l’agosto 2014, prevede l’allestimento nell’area di cavi e pali a sostegno di una struttura di tende argentate, per una lunghezza totale di 62 km.

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     CESAR




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     CALDER




CALDER ALEXANDER. - SCULTORE E PITTORE AMERICANO (FILADELFIA 1898 - NEW YORK 1976), TRA I PIÙ ORIGINALI ARTISTI CONTEMPORANEI. A PARIGI ELABORÒ LE SUE PRIME COSTRUZIONI ASTRATTE. LE OPERE DI C., PUR EVOCANDO UN MONDO FIABESCO DI PIANTE, INSETTI E ANIMALI SCONOSCIUTI, SIMBOLEGGIANO DI FATTO IL DOMINIO DELLA FANTASIA SULLE LEGGI FISICHE
LAUREATO IN INGEGNERIA MECCANICA, SI DEDICÒ ALLA PITTURA, DAL 1922, STUDIANDO ALL’ART STUDENT LEAGUE DI NEW YORK. A PARIGI, NEL 1926, COSTRUÌ CON ARGUTA IRONIA OGGETTI SEMOVENTI, SPESSO ISPIRATI ALLA VITA DEL CIRCO, E SCULTURE IN FILO DI FERRO. TRA IL 1926 E IL 1930 SCOLPÌ ANCHE UNA SERIE DI FIGURE IN LEGNO DI NOTEVOLE FORZA ESPRESSIVA. ANCORA A PARIGI, DOVE TRASCORSE LUNGHI PERIODI DELLA SUA VITA, DAL 1931 FU IN STRETTO RAPPORTO CON J. MIRÓ E PROFONDAMENTE COLPITO DALLE RICERCHE DI MONDRIAN E DI ARP. ADERÌ AL GRUPPO ABSTRACTION-CRÉATION ED ELABORÒ IN MODI DEL TUTTO ORIGINALI LE SUE PRIME COSTRUZIONI ASTRATTE. NEL 1932 ESPOSE I PRIMI MOBILES, LAMINE VARIAMENTE FOGGIATE E COLORATE CHE UN INGEGNOSO SISTEMA DI SOSPENSIONE MEDIANTE FILI METALLICI FA MUOVERE AL MINIMO SPOSTAMENTO DI ARIA. AI MOBILES AFFIANCÒ LA COSTRUZIONE DI SAGOME STABILI (SPESSO LE DUE STRUTTURE SI RITROVANO NELLA STESSA SCULTURA) E, TRA IL 1940 E IL 1943, ELABORÒ LA SERIE DELLE COSTELLAZIONI E DELLE TORRI, COSTRUZIONI DI PICCOLI OGGETTI DI LEGNO COLLEGATI DA FILI DI ACCIAIO. LE SCULTURE DI C. EVOCANO NELLE LORO FORME PIANTE E ANIMALI CON UNA SOTTILE ALLUSIONE AL DOMINIO DELLA FANTASIA SULLE LEGGI FISICHE (GRANDI MOBILES PER IL PALAZZO DELL’UNESCO A PARIGI, 1958, PER L’AEROPORTO DI DALLAS, 1968, ECC.). ALLA LEGGEREZZA AREA DEI MOBILES, SOPRATTUTTO DOPO IL 1950, C. CONTRAPPOSE IL FORMATO SEMPRE PIÙ GIGANTESCO DI STABILES, DAI CORPI OPACHI E DALLE POSSENTI ARCATURE (I QUATTRO ELEMENTI, STOCCOLMA, 1961; TEODELAPIO, PER SPOLETO, 1962; IL SOLE ROSSO, PER LE OLIMPIADI DEL MESSICO, 1968, SERIE DEI CRAGS AND CRITTERS, 1974, ECC.).

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     ALIGHIERO BOETTI




BOÉTTI, ALIGHIERO. - ARTISTA CONCETTUALE ITALIANO (TORINO 1940 - ROMA 1994). ESPONENTE DELL’ARTE POVERA, INSTANCABILE SPERIMENTATORE, B. HA ANALIZZATO I TEMI DELL’ALTERNANZA, DEL CONTRASTO, DEL DOPPIO E DELLA PROPRIA IDENTITÀ (SIGNIFICATIVAMENTE SDOPPIA IL NOME IN ALIGHIERO & BOETTI). TRA LE OPERE: TUTTO (1987, RICAMO), AUTORITRATTO (1993, BRONZO E DISPOSITIVO ELETTRICO E IDRAULICO
INTERROTTI GLI STUDI IN ECONOMIA E COMMERCIO SI È DEDICATO DA AUTODIDATTA ALL’ARTE ELABORANDO OPERE D’ISPIRAZIONE NEODADAISTA. ESPONENTE DEL MOVIMENTO DEFINITO DAL CRITICO G. CELANT ARTE POVERA (1967), HA PRODOTTO OPERE IN FORME E MATERIALI ETEROGENEI, CHE ESPRIMONO CON IRONIA L’IDEA DEL CONTRASTO (PESO E LEGGEREZZA, TRASPARENZA E OPACITÀ, ETERNITÀ E FUGACITÀ) O DELL’ACCUMULAZIONE: COLONNE (1968, PILE DI CENTRINI DI CARTA); CIMENTO DELL’ARMONIA E DELL’INVENZIONE (1969, PERCORSI LINEARI INFINITAMENTE VARIATI NATI DAL RICALCO A MATITA DI UNA CARTA QUADRETTATA). LUNGHI SOGGIORNI IN AFGHĀNISTĀN, VIAGGI IN EUROPA, IN AFRICA, NEGLI STATI UNITI E IN GIAPPONE HANNO RESO PIÙ PROFONDO E COMPLESSO IL SUO LAVORO. PRIVILEGIANDO SEMPRE L’ASPETTO CONCETTUALE DELL’OPERAZIONE ARTISTICA, B. HA ANALIZZATO I TEMI DELL’ALTERNANZA, DEL DOPPIO E DELLA PROPRIA IDENTITÀ GIUNGENDO SIGNIFICATIVAMENTE AD ADOTTARE IL SUO NOME SDOPPIATO (ALIGHIERO & BOETTI). LA SUA RICERCA, ISPIRATA ALL’INCONDIZIONATA LIBERTÀ DELL’ESPRESSIONE ARTISTICA E CONTRASSEGNATA DA UN COSTANTE SPERIMENTALISMO, SI È ESPLICATA ATTRAVERSO OPERE DI PICCOLO FORMATO E PROGETTI DI GRANDE IMPEGNO: MAPPE (SERIE DAL 1971, RICAMO); METTERE AL MONDO IL MONDO (1972-73, PENNA A SFERA SU CARTA INTELATA); TUTTO (1987, RICAMO, MUSÉE NATIONAL D’ART MODERNE, PARIGI); ALTERNANDO DA UNO A CENTO E VICEVERSA (SERIE DI OPERE ESEGUITE DA ARTIGIANI AFGANI: 1987, RICAMO; DAL 1991, KILIM); AUTORITRATTO (1993, BRONZO E DISPOSITIVO ELETTRICO E IDRAULICO). B. HA PARTECIPATO ALLE PIÙ IMPORTANTI RASSEGNE DI ARTE CONTEMPORANEA (WHEN ATTITUDES BECOME FORM, 1969, BERNA, LONDRA, KREFELD; DOCUMENTA DI KASSEL, 1972, 1982; BIENNALE DI SAN PAOLO, 1975; BIENNALE DI VENEZIA, DAL 1976; ECC.), E RILEVANTI MOSTRE RETROSPETTIVE DELLA SUA OPERA SONO STATE PRESENTATE ALLA GALLERIA CIVICA DI TORINO (1996), ALLA GALLERIA NAZIONALE D’ARTE MODERNA DI ROMA (1996-97), NONCHÉ AL MUSEUM FÜR MODERNE KUNST DI FRANCOFORTE (1998), ALLA WHITECHAPEL ART GALLERY DI LONDRA (1999) E ALLA BIENNALE DI VENEZIA DEL 2001 E ALLA GALLERIA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI BERGAMO (2004). NEL 2009 UNA MOSTRA CURATA DA A. BONITO OLIVA PRESSO IL MUSEO MADRE DI NAPOLI HA RIPROPOSTO A RITROSO IL LAVORO DELL’ARTISTA NELL’ARCO CRONOLOGICO DAL 1993 AL 1962, MENTRE TRA LE ESPOSIZIONI PIÙ RECENTI OCCORRE ANCORA CITARE LA GRANDE RETROSPETTIVA ALLESTITA AL MUSEO REINA SOFIA DI MADRID (2011) E TRASFERITASI L’ANNO SUCCESSIVO ALLA TATE MODERN DI LONDRA E AL MOMA DI NEW YORK, E LA MOSTRA ALIGHIERO BOETTI A ROMA OSPITATA AL MAXXI (2013).

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